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LA FORMULA DI DAVID MAMET
(THE SPANISH PRISONER)
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  Stampa questa scheda Data della recensione: 1 febbraio 1998
 
di David Mamet, con Campbell Scott, Steve Martin, Ben Gazzara (Stati Uniti, 1997)
 
Drammaturgo e sceneggiatore collaudato da tempo (Il postino suona sempre due volte di Bob Rafelson, Il verdetto di Sidney Lumet, Gli intoccabili di Brian de Palma) David Mamet predilige i soggetti a scatola cinese, quelli nei quali ogni situazione è destinata ad essere rimessa in questione da quella successiva, ogni verità acquisita dal protagonista come dallo spettatore, ad essere rivista e spesso capovolta appena dopo essere stata acquista.

Giochetto affascinante, sul tema di quella paranoia che da Hitchcock a Mankiewicz, da Fritz Lang allo Scorsese di AFTER HOURS ha offerto tanti capolavori al cinema americano. E che la scrittura abile di Mamet, l'intelligenza graffiante dei suoi personaggi serve con fin eccessiva efficacia.

Qui è allora la volta di un inventore (un po', come si deve, fuori dal mondo; ma pure tentato dalla scalata ai vantaggi economici che la situazione comporta) che ha scoperto un Sistema inedito, destinato a sconvolgere il mondo degli affari; oltre che a scatenare la cupidigia dei grandi gruppi di potere economico che, con dei sotterfugi che non disdegnano di giungere all'omicidio, cercano di impossessarsene.

Le situazioni, per il malcapitato buonuomo,si seguono, si complicano - contraddicendosi - per il diletto dello spettatore. Ma pure con un pizzico di presunzione da parte di chi vuol reggere i fili di una sceneggiatura ad ogni costo diabolica: che finisce per diventare non tanto faticosa, quanto indifferente per lo spettatore.

Complice la ragione principale: quella che Mamet non è mai stato un regista all'altezza del drammaturgo. E la messa in scena, che dovrebbe aiutare a leggere le immagini, aggiungere il proprio impatto espressivo a quello della scrittura, è lamentosamente assente. Piatta, datata, prevedibile fino nella direzione di attori pur sperimentati, finisce per rendere questo tentativo stimolante ed intelligente piuttosto premeditato e fine a sé stesso.


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